In fuga dall’Ucraina: Le esperienze degli sfollati nell’UE

La presente relazione illustra i risultati dell’indagine online condotta dalla FRA nel 2022 sugli sfollati provenienti dall’Ucraina. Riguarda i dieci paesi dell’UE che ospitano un gran numero di beneficiari di protezione temporanea: Bulgaria, Cechia, Estonia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna e Ungheria. Circa 14 685 intervistati hanno condiviso il loro punto di vista in merito all’arrivo e alla sistemazione nell’UE, offrendo una prospettiva unica su esperienze e sentimenti, compresi quelli legati alla violenza.

I risultati dell’indagine illustrano anche le sfide intrinseche all’applicazione di uno strumento di protezione temporanea a una situazione che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sulle persone e sulle nostre società.

Sommario

• Risultati principali

1. ARRIVO NELL’UE: AIUTI UMANITARI E FORNITURA DI INFORMAZIONI
2. INSEDIAMENTO NELL’UE: RESIDENZA E STATUS GIURIDICO
3. ALLOGGIO
4. ISTRUZIONE
5. OCCUPAZIONE
6. REDDITO E DIRITTO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI
7. SALUTE
8. ESPERIENZE DI VIOLENZA E ACCESSO A UN’ASSISTENZA SPECIALIZZATA

Di seguito sono riportati i principali risultati dell’indagine.

• La maggior parte degli intervistati non ha incontrato difficoltà durante i viaggi verso e all’interno dell’Unione europea (UE) e ritiene di aver ricevuto informazioni sufficienti sui propri diritti e sui servizi resi disponibili ai sensi della direttiva sulla protezione temporanea.
• Un terzo degli intervistati ha presentato domanda di asilo nel paese ospitante, mentre la grande maggioranza ha fatto domanda di protezione temporanea. A tale riguardo, vi sono differenze significative tra gli Stati membri.
• Fondamentalmente, un intervistato su tre vuole tornare in Ucraina. Una percentuale analoga preferirebbe restare nel paese ospitante. Un quarto degli intervistati è indeciso.
• Un gran numero di sfollati è entrato nell’UE. Non sorprende che al momento dell’indagine la maggior parte degli intervistati (sei su 10) vivesse in alloggi privati. Più della metà di loro pagava, in tutto o in parte, per la sistemazione, che per molti è tutt’altro che ideale. Spesso non hanno privacy e devono condividere la cucina o il bagno con estranei. Molti intervistati adulti con minori a carico risiedevano in alloggi in cui questi non avevano accesso a una stanza silenziosa o separata dove poter studiare.
• Meno della metà di quelli che frequentavano la scuola poco prima di fuggire dall’Ucraina ha proseguito i propri studi nel paese ospitante. La ragione principale è costituita dalla barriera linguistica. Quattro intervistati su 10 non avevano frequentato un corso di lingua nel paese ospitante dal loro arrivo. Per risolvere questo problema sarà necessario offrire agli sfollati maggiori opportunità di partecipare a corsi di lingua. Quasi due terzi dei minori si avvalevano dell’istruzione online fornita da scuole o università in Ucraina o studiavano da autodidatti utilizzando materiali e altro supporto provenienti dall’Ucraina.
• Circa due terzi di coloro che avevano un’occupazione retribuita in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 hanno trovato un lavoro nel paese ospitante. Tuttavia, due terzi degli intervistati in età lavorativa non avevano un impiego retribuito al momento dell’indagine. I principali ostacoli all’accesso al lavoro erano la conoscenza insufficiente della lingua del paese ospitante e le responsabilità di assistenza e cura, soprattutto per le donne. È particolarmente preoccupante che quattro intervistati su 10 abbiano sperimentato una qualche forma di sfruttamento sul lavoro.
• Le questioni finanziarie preoccupano un intervistato su due di età pari o superiore a 16 anni. Questi soggetti riferiscono che la loro famiglia ha qualche difficoltà o molte difficoltà ad arrivare a fine mese nel paese ospitante. Poco più di un quarto degli intervistati adulti riesce a coprire le spese di sostentamento di base nella vita quotidiana attraverso il proprio lavoro. Solo la metà circa degli intervistati adulti afferma di aver ricevuto assistenza finanziaria dalle autorità dal momento dell’arrivo.
• Solo un intervistato su tre si considera in buona o in ottima salute. Un intervistato su due riferisce di soffrire di malattie o di problemi di salute di lunga durata. Metà degli intervistati di età pari o superiore a 16 anni ha avuto problemi di accesso all’assistenza sanitaria a causa di difficoltà linguistiche o perché non sapeva dove andare o chi contattare.
• Un intervistato su due ha dichiarato di essersi sentito spesso o sempre scoraggiato e depresso da quando è arrivato nel paese ospitante. Tuttavia, circa due terzi dei partecipanti si sentono ottimisti riguardo al futuro. Uno su tre si sente parte della comunità del paese ospitante.
• Questo ottimismo si percepisce sebbene un’elevata percentuale di intervistati sia stata esposta a esperienze traumatiche in Ucraina o nell’UE. Solo un terzo circa degli intervistati ha chiesto sostegno medico o psicologico dal momento dell’arrivo nell’UE. Circa un quarto di tale gruppo non ha ricevuto il sostegno richiesto. È preoccupante che circa la metà dei minori più giovani (di età compresa tra i 12 e i 15 anni) che hanno partecipato all’indagine abbia riferito difficoltà a dormire e/o a concentrarsi, perdita di fiducia in sé o senso di vulnerabilità.