La direttiva è stata adottata nel 2017 per affrontare la minaccia terroristica in via di sviluppo associata principalmente a persone che viaggiano all’estero per scopi terroristici e costituiscono una minaccia al loro ritorno, comunemente chiamate combattenti terroristici stranieri. A tal fine, la direttiva impone agli Stati membri di adottare nuove misure per combattere il terrorismo, compresa la criminalizzazione di reati quali i viaggi a fini terroristici o l’accoglienza di un addestramento a fini terroristici.
La direttiva, e il suo impatto sui diritti fondamentali, ha suscitato una notevole attenzione da parte dell’opinione pubblica. La Commissione europea ha chiesto alla FRA di condurre ricerche sull’impatto della direttiva sui diritti e sulle libertà fondamentali al fine di corroborare la propria valutazione della direttiva, concentrandosi sulle modifiche specifiche introdotte dalla direttiva rispetto ai precedenti strumenti giuridici dell’Unione europea (UE).
I risultati e i pareri derivanti da questa ricerca mirano a contribuire all’attuazione della legislazione, delle politiche e di altre misure dell’UE nel settore della lotta al terrorismo in tutta l’UE nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.
Le conclusioni della FRA si basano principalmente su interviste a medici ed esperti con particolare esperienza o specializzazione nella lotta contro il terrorismo in Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Spagna e Svezia.
Il lavoro sul campo è stato sostenuto da una ricerca documentale limitata in tutti i 25 Stati membri vincolati dalla direttiva.
